“Mamma, scendo un attimo”, e sparisce: 42 anni fa la scomparsa di Mirella Gregori

Esattamente 42 anni fa Mirella Gregori è scomparsa nel nulla. Da quel momento, in quella tragica giornata del 7 maggio 1983, si sono perse le tracce della giovane, all'epoca quindicenne. Da quel giorno sono molte le piste seguite dagli inquirenti per cercare di rintracciare la ragazza. Dopo oltre quattro decenni, innumerevoli piste, ancora non si è giunti alla verità. Sul caso stanno indagando i parlamentari nell'ambito della commissione bicamerale d'inchiesta sui casi di scomparsa di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi. I due casi sono spesso stati ritenuti collegati, ma non tutti sono di questo parere.
"Quella di Mirella è una verità quasi a chilometro zero, ciò che è accaduto è successo all'interno della sua cerchia di amicizie e conoscenze", è l'opinione dell'avvocato Nicodemo Gentile che assiste Maria Antonietta Gregori, sorella e unica familiare di Mirella Gregori, come spiegato da lui stesso a Fanpage.it. Un'opinione condivisa, inoltre, anche dall'avvocata Laura Sgrò che, invece, assiste la famiglia Orlandi.
La scomparsa di Mirella Gregori
Nella mattina di quel 7 maggio 1983 Mirella Gregori era andata a scuola ed era tornata a casa per pranzo. Poi era uscita per raggiungere il bar gestito dai genitori della sua migliore amica, Sonia De Vito. Spesso si trovavano lì, studiavano e chiacchieravano fra i tavoli, come molte amiche fanno. Mirella era conosciuta anche dai camerieri che lavoravano nel locale, in particolare da uno di loro che era un suo vicino di casa.
Quest'ultimo, convocato dalla commissione bicamerale d'inchiesta, ha ripercorso cosa è accaduto quel giorno quando la giovane è arrivata al bar. Nel locale, ha poi precisato, spesso si incrociavano persone legate alla criminalità della capitale, fra cui Enrico De Pedis. Inoltre, in sede di audizione, avrebbe riconosciuto come uno dei clienti una persona immortalata in foto. Come poi fatto sapere dalla deputata che ha mostrato l'immagine, Stefania Ascari, si trattava di Marco Accetti. Che si tratti di un caso o di un nuovo collegamento con la scomparsa di Emanuela Orlandi, però, non è dato saperlo.
"Dal tavolo ad un certo punto si sono spostate in bagno. Quando sono uscite, si erano scambiate la maglietta. E Mirella è uscita con quella di Sonia. Poi non l'ho mai più vista", ha raccontato il barista Giuseppe Calì.

Il citofono e la scomparsa: chi aspettava Mirella Gregori sotto casa
Oggi, dopo 42 anni, non si sa per quale motivo le due ragazze si siano scambiate la maglietta. Il loro si tratta di un gesto che molte amiche fanno, magari per un'occasione speciale o per un appuntamento. Perché abbiano scelto di farlo quel giorno, resta un mistero. Allo stesso modo, è ancora giallo sull'identità della persona che, nella stessa giornata del 7 maggio, avrebbe citofonato a casa Gregori. "Mamma, scendo un attimo", avrebbe detto la giovane, prima di sparire. "Sicuramente doveva conoscere la persona al citofono, altrimenti dubito sarebbe scesa giù", conviene la maggior parte delle amiche e delle compagne di classe di Mirella Gregori, molte delle quali frequentavano la comitiva di Centocelle, con cui Mirella Gregori si incontrava quotidianamente dopo scuola.
Secondo quanto ricostruito, a citofonare alla ragazzina sarebbe stato Alessandro, una amico delle medie, a cui poi la giovane avrebbe dato appuntamento al monumento del bersagliere. Anche lui come molti dei protagonisti della vicenda è stato chiamato a parlare in commissione bicamerale d'inchiesta in una seduta che è stata secretata.

I legami con il caso di Emanuela Orlandi
Nonostante l'opinione dei legali delle due famiglie, sono in molti a pensare che i casi di scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori possano essere in qualche modo collegati. A farlo pensare, il fatto che fossero entrambe quindicenni e castane, scomparse a poco più di un mese di differenza l'una dall'altra nella stessa città.
Non tutti gli elementi, però, sembrano reggere. Fra i primi ad avvicinare i nomi delle due ragazzine, ad esempio, l'attentatore di Giovanni Paolo II, Ali Agca, già negli anni Ottanta. Una versione ripresa spesso nell'ultimo periodo: "Sto per morire e vi dirò la verità su quanto accaduto a Emanuela Orlandi e a Mirella Gregori– ha dichiarato di recente – Son state rapite in cambio della mia liberazione". Una voce, però quella di Agca considerata spesso incoerente e contraddittoria tanto che la commissione bicamerale d'inchiesta non ha ancora accolto la sua richiesta di essere ricevuto in audizione.

A differenza, invece, di Marco Accetti, altro personaggio particolare che sembra aver avuto un ruolo nella maggior parte dei più grandi cold case romani fra gli anni Ottanta e i primi duemila. Nel suo caso, non è escudo che preso possa essere chiamato a raccontare ciò che sa. Come anticipato nei paragrafi precedenti, un collegamento fra le due è stato fornito durante l'audizione del barista.
Una voce più autorevole che, comunque, parla dei casi di scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori è, invece, quella del giudice Ilario Martella. "Le due ragazze sono state sacrificate per qualcosa di incredibile che possiamo definire ragion di Stato", ha dichiarato in audizione. Una versione che, nonostante sia stata fornita dal giudice che ha trattato entrambi i casi, continua a non convincere gli avvocati che assistono le famiglie delle ragazze, fermamente convinti che le due scomparse siano due storie differenti, avvenute per cause differenti, forse con qualche somiglianza casuale soltanto nelle modalità dell'accaduto. Nel frattempo, purtroppo, un altro dettaglio che hanno in comune è che restano due storie aperte, ancora non concluse, per cui dopo oltre quaranta anni non è ancora stata trovata la verità.